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DISTROFIA MUSCOLARE DI DUCHENNE

Distrofia muscolare di Duchenne, nuovi progressi grazie alla ricerca

L’attivazione continua di NF-kb (una delle proteine chiave del processo infiammatorio) nella distrofia muscolare di Duchenne, DMD, può condurre a una disfunzione cardiaca. Negli studi preclinici condotti nel topo mdx:Utrn+/- dal laboratorio di Pradeep Mammen, direttore medico della Clinica di Cardiomiopatia Neuromuscolare e Direttore della Ricerca Traslazionale per il programma Advanced Heart Failure and Transplant Cardiology presso l’Università del Texas Southwestern, edasalonexent ha ridotto l’ipertrofia cardiaca e la fibrosi miocardica e prevenuto lo sviluppo di cardiomiopatia associata alla DMD.

Nella DMD, l’attivazione di NF-kB porta inoltre a infiammazione e fibrosi, generando perdita della funzionalità muscolare scheletrica e una progressione della patologia. La ridotta funzionalità muscolare scheletrica si traduce in una riduzione della forza ossea. Gli steroidi, che attivano il recettore dei glucocorticoidi (GR), possono avere un ulteriore impatto negativo sulla salute delle ossa. In uno studio preclinico condotto da Frank Rauch, direttore medico dello Shriners Hospitals for Children in Canada, edasalonexent è risultato capace di fare conservare la densità e la forza ossea nei topi modello. Coerentemente con questi risultati, il trattamento con edasalonexent nelle cellule ha inibito NF-kB e, come previsto, non ha avuto un impatto sul recettore dei glucocorticoidi, al contrario dello steroide prednisolone che ha fortemente attivato il recettore stesso. L’azienda farmaceutica ha presentato inoltre i risultati di alcune valutazioni condotte a inizio studio sui partecipanti allo studio di fase 3 PolarisDMD tra i quali quelli di Leanne Ward, Direttore scientifico dell’Ottawa Pediatric Bone Health Research Group che ha mostrato come l’indice di massa corporea magra (un marcatore della massa muscolare) è ridotto nei ragazzi affetti da DMD e correlato con una ridotta funzionalità muscolare. Un’analisi degli stessi pazienti inoltre, presentata all’inizio di questo mese alla conferenza annuale dell’American Society for Bone and Mineral Research 2020, ha dimostrato che la DMD ha un impatto negativo sulla resistenza ossea, inclusa la bassa densità ossea e lievi fratture vertebrali in una fase iniziale del decorso della patologia.

Infine, nello studio di fase 2 MoveDMD e in quello di estensione, edasalonexent è risultato essere ben tollerato fino a 150 settimane e associato a modelli di crescita favorevoli. L’effetto collaterale più comune è stata la diarrea, ma generalmente di natura lieve e transitoria.

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